Il disagio di vivere in
affitto
Considerazioni
territoriali –
Elaborazioni del Sunia su dati Istat e Censis
Le famiglie in affitto
Sono 4 milioni e 180
mila le famiglie che vivono attualmente in affitto in
Italia, il 18,7 del totale delle famiglie, (erano il 20,3% nel 2004); in Europa
la percentuale di famiglie in locazione supera anche il 40% e quindi siamo agli
ultimi posti come quantità di stock abitativo in affitto.
La percentuale delle
famiglie in affitto viene spesso considerata marginale
rispetto alla totalità e di conseguenza il problema delle locazioni residuale in
un paese in cui è sempre stata fortemente incentivata
la proprietà. Se dalle percentuali passiamo ai numeri
però il problema assume maggiore concretezza e si evidenziano elementi di
grande criticità.
Solo in Campania le
famiglie che occupano abitazioni in affitto sono 511.900 (Censimento
Istat 2001) per un totale di più di un milione di persone.
A Napoli tali famiglie
sono 348.446 e occupano il 36,95% delle abitazioni della città e
il 68.07% delle abitazioni in affitto dell’intera regione (due terzi
cioè del patrimonio in affitto dell’intera Campania è
concentrato a Napoli).
Famiglie in abitazione
per titolo di godimento
|
Proprietà |
Affitto |
Altro
titolo |
Totale |
Campania |
1.151.597 |
511.900 |
195.615 |
1.859.112 |
|
61,94 |
27,53 |
10,52 |
100,00 |
Napoli |
537.001 |
348.446 |
82.814 |
968.261 |
|
55,46 |
35,99 |
8,55 |
100,00 |
Analizzando nel
dettaglio la composizione delle famiglie italiane
,vediamo che in generale circa la metà dei nuclei familiari italiani
hanno figli e di questi, a Napoli, 94.740 sono nuclei in cui il figlio più
piccolo ha un’età compresa tra 18 e 25 anni e 77.967 da 25 anni in su.
Possiamo affermare che
in molte famiglie nelle quali i figli hanno un’età superiore a 25 anni en per
una quota non marginale sono anche percettori di reddito, siano esse propietarie dell’abitazione in cui vivono o siano esse in
affitto, esiste una sorta di “coabitazione forzata” tra genitori e figli
i quali, probabilmente, si separerebbero dal nucleo di
origine se ne avessero la possibilità ovvero se potessero comprare
un’abitazione propria o trovarne una in locazione.
Nei prossimi anni,
peraltro, un’altra quota considerevole, oggi figli tra 18 e 25 anni, andranno a concorrere ulteriormente a una domanda potenziale
di abitazioni in parte in proprietà ma in quota considerevole sicuramente anche
in affitto.
Il profilo
dell’utenza
Riguardo alla dimensione
della famiglia si segnala il fatto che i nuclei unipersonali (composti da donne nel 58,1% dei casi) sono il 19,2%
del totale
I nuclei monoreddito
rappresentano ben il 67,0% delle famiglie in affitto nel settore privato ed il
63,6% di quelle del settore pubblico. In quest’ultimo tra le famiglie con 5 o
più componenti i nuclei monoreddito sono pari al
60,8%.
Il capofamiglia ha più
di 65 anni nel 35,8% dei casi nel settore pubblico e nel 22,7% in quello
privato. Un quarto dei nuclei in affitto
(25,1%) ha come capofamiglia una donna: in questo caso l’età media è pari a
57 anni, contro i 52 dei capofamiglia uomini.
La crescita dei prezzi
di mercato
Se da un lato i prezzi
degli immobili hanno avuto una fase di forte crescita nell’ultimo periodo, tanto
da rendere difficoltoso l’accesso in proprietà per molti soggetti, anche i
prezzi di mercato degli affitti sono cresciuti negli ultimi anni in maniera
considerevole nel nostro paese, in modo particolare nelle grandi aree urbane. Se
si considera l’andamento dei valori negli anni successivi alla riforma degli
affitti, quindi nel periodo 1999-2006, sin è registrato un incremento del 112%,
un fenomeno generale che ha avuto punte più alte nelle grandi città:i prezzi di alcune grandi città italiane del centro nord
risultano in linea o addirittura superiori a quelli di alcune città europee. Si
paga in media 1.600,00 Euro al mese per 100 mq. Nel centro di Roma e Milano, 2.200,00 euro a Parigi, 4.000,00 Euro a
Londra e solo
I costi
dell’abitare
L’indagine registra un
valore medio nazionale, nel settore privato, pari a 440,00 euro mensili: una precedente
indagine del Sunia del 2003 indicava un valore medio
nazionale pari a 387 euro al mese (+13,69%).
Si tratta di un valore
medio nazionale dei canoni in essere (e non dei prezzi oggi sul mercato di chi
ricerca un alloggio in affitto), rispetto al quale variazioni considerevoli si
registrano anzitutto prendendo in considerazione il fattore territoriale: nel
settore privato i valori massimi si registrano nelle regioni del Centro (580
euro/mese), quelli più bassi al sud (376 euro/mese). Nel nord-est il canone
medio è pari 454 euro/mese, contro i 426 euro/mese del
nord-ovest.
Valori molto più elevati si registrano nelle città con più di
250.000 abitanti. Parliamo infatti di 600 euro/mese, un
valore del 53% più alto di quello medio registrato nei centri sotto questa
soglia (392 euro/mese).
Il canone di affitto medio varia sensibilmente anche in relazione alla
durata della storia contrattuale (tab. 8): nelle grandi città gli inquilini che
risiedono nell’abitazione da meno di 5 anni pagano in media un affitto di 635
euro/mese, più elevato del 22% rispetto a quelli che occupano l’alloggio da
almeno 16 anni
In Campania si registra
un valore medio nel settore privato pari a 326,00Euro mensili, valore leggermente inferiore a quello medio
nazionale pari a 440,00 Euro. Si tratta di un valore medio regionale che non
tiene conto di differenze per dimensione urbana.
Valori molto più elevati si registrano a Napoli dove il canone medio
nel settore privato è pari a 498,00 Euro mensili, valore che sale a
561,00 Euro se si considerano i contratti sottoscritti negli ultimi 5
anni.
Il disagio di vivere in
affitto si misura anche in relazione al redditto delle famiglie: il 76,4% di esse ricade nella
fascia di reddito sotto i 20.000 euro, ed un altro 20,1% tra i 20.000 ed i
30.000 euro. Solo il 3,5% dichiara di avere un reddito familiare superiore ai
30.000 euro.
Nelle grandi città, dove
i canoni sono considerevolmente più elevati, sono sovrarappresentate proprio le fasce più basse: le famiglie
con reddito sotto i 10.000 euro sono il 24,5% contro il
18,1% dei centri con meno di 250.000 abitanti. Un’ulteriore conferma del carattere problematico della questione
affitto nelle grandi aree urbane.
A fronte di tale
composizione del settore privato non stupisce che l’effetto del caro-affitti sia
una notevole e pesante incidenza dei costi abitativi rispetto al reddito delle
famiglie: a Napoli le famiglie con redditi minimi, inferiori a 10.000,00 Euro
annui, dovrebbero impiegare oltre la metà del proprio reddito per pagare un
canone di affitto, nelle famiglie con redditi bassi o
medi (da
Per stimare l’entità
complessiva dei costi dell’abitare in affitto, è stato chiesto agli intervistati
di indicare il valore della spesa mensile legata al pagamento delle utenze
(acqua, gas, luce, riscaldamento) e del condominio: il valore medio risulta pari
a 175 euro al mese, senza variazioni di rilievo a livello
territoriale.
Se agli affitti
aggiungiamo la spesa per le utenze e il condominio la
spesa complessiva legata all’abitazione presenta livelli di forte criticità
anche per le famiglie con redditi maggiori, fino a 20.000,00 Euro e di totale
insopportabilità per le famiglie più povere.
Incidenze dell’affitto e
delle spese per l’abitazione nel settore privato (calcolata sul limite
superiore della classe di reddito)
|
Canone
medio |
Canone medio più
spese |
|
498,00 |
673,00 |
Fino a 10.000,00
Euro |
60 |
81 |
Da
|
40 |
54 |
Da
|
30 |
40 |
Da
|
24 |
32 |
Da
|
20 |
27 |
Oltre
30.000,00 |
17 |
23 |
Il mercato dell’offerta
privata
I dati del Sunia, dedotti da un’indagine compiuta su un campione di 5.000 offerte di locazione pubblicate sulla stampa specializzata del settore, evidenzia l’acutizzarsi del problema del caro affitti: la differenza dei canoni richiesti infatti è molto elevata rispetto ai canoni rilevati dall’indagine effettuata con CGIL e Ceensis.
Questi ultimi, come già detto, sono canoni relativi a contratti in essere che hanno una media contrattuale di circa dieci anni. Canoni molto maggiori sono già presenti nei contratti relativi agli ultimi cinque anni. Le richieste attuali effettuate da privati danno il segnale di ulteriori aumenti.
Per un alloggio medio di 80 mq.
gli affitti medi richiesti variano da un minimo di
502,00 Euro per l’estrema periferia di Bari a 2.000,00 Euro per un alloggio nel
centro di Milano (sono escluse dall’indagine le abitazioni situate in zone in
pregio).
Canoni medi
mensili per un alloggio di 80 mq rilevati da annunci pubblicitari nelle 11 aree metropolitane | |
Bari |
550,00 |
Bologna |
920,00 |
Catania |
690,00 |
Firenze |
1.125,00 |
Genova |
868,00 |
Milano |
1.200,00 |
Napoli |
988,00 |
Palermo |
630,00 |
Roma |
1.155,00 |
Torino |
705,00 |
Venezia |
850,00 |